Lavoro autonomo occasionale: come funziona?

Caratteristiche, limiti, comunicazione preventiva: cosa c’è da sapere in merito al lavoro autonomo occasionale.

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Il contratto di lavoro autonomo occasionale prevede che una persona realizzi un’opera o presti un servizio senza vincolo di subordinazione e con lavoro proprio.
Questo tipo di attività lavorativa non comporta l’apertura della partita Iva, ma al tempo stesso non si qualifica come una collaborazione coordinata e continuativa. Inoltre, attenzione a non confondere il lavoro autonomo occasionale con le “prestazioni occasionali”.

Vediamo nello specifico di cosa si tratta. 

L’articolo 2222 del Codice Civile definisce il lavoro autonomo occasionale come:
«un’attività professionale in cui una persona si obbliga a compiere verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente».

Di conseguenza, lo svolgimento del servizio da parte del lavoratore autonomo occasionale ha le stesse caratteristiche della prestazione svolta dal lavoratore autonomo con Partita Iva. La differenza rispetto al lavoro autonomo abituale consiste nel carattere episodico dell’attività, e non nel tipo di attività svolta.

Per capire come funziona, occorre innanzitutto distinguere tra lavoro autonomo occasionale e prestazione occasionale:

  • La prestazione occasionale viene attivata mediante Libretto Famiglia o Servizio Telematico INPS, e prevede limiti di settore e limiti di compenso (variabile da 2.500 euro a 6.666 euro all’anno).
    Per approfondire invitiamo a consultare la scheda dettagliata presente sul sito INPS.
  • Il lavoro autonomo occasionale, invece, viene retribuito mediante ritenuta d’acconto, non prevede limiti di prestazioni eseguibili né di compensi.
    Tuttavia, superati i 5.000 euro lordi annui, il lavoratore autonomo occasionale deve iscriversi alla Gestione Separata INPS e pagare i contributi previdenziali.
    Da un punto fiscale, infatti, in base all’articolo 67 comma 1 lettera l del TUIR, «i redditi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente» rientrano nella categoria fiscale dei “redditi diversi”.
    I compensi fino a 5.000 euro, invece, non sono soggetti al prelievo previdenziale.

Riassumendo, il lavoro autonomo occasionale si presenta come un tipo di attività:

  • Episodica: l’attività deve essere svolta saltuariamente.
  • Indipendente: tra committente e lavoratore autonomo occasionale non deve esserci rapporto di subordinazione o organizzazione.
  • Remunerata: il lavoratore autonomo occasionale riceve la fattura dal committente. In cambio riceve una ricevuta di pagamento riportante l’importo lordo percepito, la ritenuta d’acconto del 20%, e l’importo netto percepito.

Infine, recentemente è stato introdotto l’obbligo di comunicazione preventiva di lavoro occasionale.
Il committente deve segnalare l’avvio della collaborazione all’Ispettorato del lavoro del territorio prima che questa abbia inizio. In caso di inadempienza, sono previste sanzioni da un minimo di 500 euro a un massimo di 2.500 euro.

In generale, però, sono soggette ad obbligo di comunicazione preventiva obbligatoria solo le prestazioni d’opera o di servizi che non hanno carattere intellettuale.
Per chiarire eventuali dubbi in proposito, le FAQ della nota del 27 Gennaio 2022 del Ministero del Lavoro elencano le categorie esonerate dall’obbligo di comunicazione.

Lavoro autonomo occasionale

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