Nel precedente articolo abbiamo elencato le nuove professioni più richieste sul mercato del lavoro. Al primo posto in classifica, secondo le previsioni pubblicate nel report del World of Economic Forum relative al prossimo decennio, si colloca il machine learning specialist.
Vediamo di che ambito lavorativo si tratta e di che cosa si occupa questo nuovo profilo ricercato dalle aziende.
Il machine learning, in italiano “apprendimento automatico”, è una branca dell’intelligenza artificiale largamente diffusa. È presente anche nella nostra quotidianità: basti pensare ai suggerimenti automatici di Netflix e di Amazon, o al riconoscimento facciale di Facebook.
Il machine learning specialist è una figura tecnica con un background matematico, capace di combinare statistica e informatica per la creazione di algoritmi. Questi ultimi apprendono informazioni direttamente dai dati e dall’esperienza attraverso metodi matematico-computazionali. Si tratta di algoritmi che si evolvono e che migliorano continuamente: l’obiettivo finale è ottenere una macchina in grado di imparare ed evolversi in autonomia.
Un esperto di machine learning, oltre a progettare e sviluppare algoritmi di apprendimento automatico, ha diverse responsabilità:
- identificare i comportamenti ricorrenti attraverso l’analisi di dati storici;
- scoprire e progettare nuovi metodi analitici;
- eseguire analisi esplicative dei dati;
- generare e testare ipotesi di lavoro;
- fornire supporto tecnico per la gestione dei programmi e per le attività di sviluppo commerciale;
- gestire la condivisione delle conoscenze all’interno di una community di riferimento.
Per essere assunti come machine learning specialist non basta conoscere i concetti di apprendimento automatico: occorrono competenze tecniche specifiche.
Nelle descrizioni delle figure ricercate il più delle volte sono elencati questi requisiti:
- laurea in informatica, ingegneria informatica, matematica, statistica o simili;
- conoscenza della struttura e del funzionamento dei dati;
- conoscenza dei linguaggi di programmazione più diffusi;
- familiarità con le strutture di supporto per la progettazione di software (i framework);
- ottima conoscenza del linguaggio per database basati sul modello relazionale (SQL);
- esperienza tecnica in Natural Language Processing (NLP), ovvero algoritmi di intelligenza artificiale in grado di analizzare, rappresentare e quindi comprendere il linguaggio umano;
Spesso, tuttavia, sono le competenze trasversali ad avere un ruolo discriminante nella selezione finale del candidato. Tra queste, le più richieste in un machine learning specialist sono:
- capacità di lavorare in squadra: solitamente, infatti, questa figura deve collaborare con data scientists, software engineers, progettisti ed esperti di marketing;
- conoscenza del dominio: al fine di progettare un software a esecuzione automatica, un machine learning specialist deve comprendere sia le esigenze aziendali sia il tipo di problemi che i suoi progetti devono risolvere;
- apprendimento permanente: tutto quel che riguarda l’intelligenza artificiale è in rapida evoluzione, perciò è fondamentale continuare a informarsi e aggiornarsi su nuovi strumenti, programmi e tecnologie al fine di saperli padroneggiare.
Infine, in quali ambiti è richiesta la presenza di un machine learning specialist?
L’apprendimento automatico viene applicato in varie industrie, tra cui quella automobilistica e quella farmaceutica, nel settore sanitario e nelle banche, nell’eCommerce, nel marketing e in ambito assicurativo.
L’elenco dei settori in cui viene applicato il machine learning è destinato a crescere man mano che gli esperti dell’apprendimento automatico inventeranno nuovi usi dell’intelligenza artificiale.
Le offerte di lavoro per machine learning specialist, per il momento, arrivano tanto da startup che operano all’interno del settore dell’intelligenza artificiale, quanto da realtà più grosse come Amazon, Microsoft, Google, Apple…
Insomma, la figura dello specialista di machine learning è già molto richiesta sul mercato e lo sarà sempre di più. Infatti, se – come riportato nel documento del World Economic Forum – entro il 2025 l’aumento dell’automazione determinerà la cancellazione di 85 milioni di posti di lavoro, la necessità di governare l’interazione tra uomo e macchina creerà 97 milioni di nuove posizioni lavorative.
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