MODA USA E GETTA: COME IL FAST FASHION STA CAMBIANDO IL NOSTRO MONDO

Il fast fashion, un modello di produzione e consumo che ha trasformato radicalmente l'industria della moda, sta rapidamente cambiando il nostro mondo. Caratterizzato dalla produzione di abbigliamento a basso costo e con cicli di vita brevi, ha favorito un consumismo sfrenato, ma ha anche portato con sé impatti devastanti sull'ambiente e sulle persone. Questo fenomeno ha contribuito a un'escalation di inquinamento, sfruttamento del lavoro e accumulo di rifiuti, creando gravi sfide per la sostenibilità. Tuttavia, una crescente consapevolezza sta spingendo verso un cambiamento necessario, promuovendo soluzioni più etiche e responsabili nel settore della moda

8

Che cos’è il fast fashion?

Il fast fashion rappresenta un modello di produzione e consumo nel settore dell’abbigliamento caratterizzato da una rapida creazione di collezioni che seguono le tendenze del momento, offrendo capi a basso costo e di scarsa qualità. Questo approccio ha portato a un incremento esponenziale nella produzione e nel consumo di abbigliamento, con conseguenze devastanti sia per l’ambiente che per le condizioni di lavoro nei paesi produttori.

Impatti ambientali

La produzione intensiva di abbigliamento nel modello fast fashion contribuisce significativamente all’inquinamento ambientale. L’industria tessile è responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra e consuma circa 79 miliardi di metri cubi d’acqua ogni anno. Inoltre, l’uso massiccio di sostanze chimiche per la tintura e la finitura dei tessuti porta all’inquinamento delle risorse idriche, contaminando fiumi e terreni nei paesi produttori. 

Un esempio emblematico è il fiume Turag in Bangladesh, dove l’inquinamento derivante dalle industrie tessili ha causato la morte di milioni di pesci e rappresenta una minaccia per la salute delle persone che dipendono da queste acque per l’agricoltura e il consumo quotidiano. 

Condizioni lavorative e sfruttamento

Nei paesi asiatici come il Bangladesh e la Cina, le condizioni di lavoro nelle fabbriche di abbigliamento sono spesso disumane. L’incidente del Rana Plaza nel 2013, in cui morirono oltre 1.100 lavoratori, ha messo in luce le gravi violazioni dei diritti dei lavoratori nel settore tessile. Molti impiegati lavorano in ambienti pericolosi, esposti a sostanze chimiche nocive senza adeguate misure di sicurezza, contribuendo a gravi problemi di salute. 

Ciclo di vita dei prodotti e rifiuti

La natura effimera del fast fashion porta a un ciclo di vita molto breve dei capi d’abbigliamento. I vestiti vengono spesso indossati solo poche volte prima di essere scartati, contribuendo all’accumulo di rifiuti tessili. Questi rifiuti finiscono spesso in discariche nei paesi in via di sviluppo, come quelle nel deserto di Atacama in Cile, dove milioni di tonnellate di abiti invenduti o scartati vengono abbandonati, causando gravi danni ambientali. 

Soluzioni e prospettive future

Per mitigare gli impatti del fast fashion, è essenziale promuovere pratiche più sostenibili nel settore tessile. Questo include l’adozione di processi di produzione più ecologici, l’uso di materiali sostenibili e il miglioramento delle condizioni di lavoro nelle fabbriche. Inoltre, incoraggiare i consumatori a ridurre l’acquisto impulsivo di abbigliamento e a optare per capi di qualità superiore e durevoli può contribuire a ridurre la domanda di fast fashion. La crescente consapevolezza riguardo agli impatti ambientali e sociali del fast fashion sta spingendo sia i consumatori che le aziende a considerare alternative più sostenibili, favorendo un cambiamento verso una moda più responsabile e consapevole.

Fabrizio D’Auria 
Volontario del Servizio Civile Universale

Sitografia:

https://www.geopop.it/fast-fashion-inquinamento-e-sfruttamento-della-moda-usa-e-getta-dalla-produzione-allo-smaltimento