Il Punto Unico di Accesso (PUA): un nuovo modello di integrazione socio-sanitaria per Bologna e l’Emilia-Romagna

Nell’ambito della riorganizzazione dell’assistenza territoriale promossa dal DM 77/2022 e dal Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2021-2023, la Regione Emilia-Romagna ha avviato una trasformazione significativa del sistema dei servizi socio-sanitari, ponendo al centro il Punto Unico di Accesso (PUA).

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Nell’ambito della riorganizzazione dell’assistenza territoriale promossa dal DM 77/2022 e dal Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2021-2023, la Regione Emilia-Romagna ha avviato una trasformazione significativa del sistema dei servizi socio-sanitari, ponendo al centro il Punto Unico di Accesso (PUA).

Il PUA rappresenta uno strumento fondamentale di integrazione socio-sanitaria e un punto di riferimento unico per i cittadini che necessitano di orientamento, accoglienza e presa in carico integrata. È pensato per semplificare l’accesso ai servizi sociali, sanitari e sociosanitari, evitando duplicazioni e garantendo una risposta coordinata e tempestiva ai bisogni della popolazione.

Un modello territoriale vicino ai cittadini

In Emilia-Romagna, e in particolare nel Distretto di Bologna Città, i PUA sono stati istituiti presso le Case della Comunità, strutture strategiche di prossimità che operano in rete con i servizi sanitari e sociali del territorio.

Attualmente, i PUA sono attivi presso:

  • Casa della Comunità San Donato – San Vitale (Via Beroaldo 4/2)
  • Casa della Comunità Porto – Saragozza (Via Sant’Isaia 90)

Entro la fine del 2025, si prevede l’attivazione di ulteriori punti nelle sedi spoke di Mengoli, Pilastro e Colombi, estendendo così la copertura del servizio a tutta la città.

Accoglienza, orientamento e accompagnamento

Il PUA si configura come un luogo fisico, ma anche come una modalità organizzativa innovativa, basata sull’ascolto, la collaborazione e la multidisciplinarità.
Tra le principali funzioni troviamo:

  • accoglienza e ascolto del cittadino con una prima valutazione del bisogno;
  • informazione e orientamento verso i servizi territoriali adeguati;
  • accompagnamento e raccordo con la rete dei servizi sociali e sanitari;
  • monitoraggio dei percorsi attivati, per garantire continuità e qualità assistenziale.

Il cittadino può rivolgersi liberamente a qualsiasi PUA, indipendentemente dal quartiere di residenza, senza appuntamento, oppure contattarlo via mail o telefono.

L’equipe integrata: cuore operativo del PUA

Ogni PUA opera grazie a un’Equipe Integrata composta da assistenti sociali del Comune di Bologna e infermieri dell’AUSL, che lavorano insieme per la valutazione multidimensionale dei bisogni (clinici, funzionali e sociali) e per l’attivazione di percorsi personalizzati di cura e assistenza.

Questa modalità di lavoro congiunta favorisce l’integrazione tra servizi e la costruzione di progetti di presa in carico condivisi, migliorando l’efficacia delle risposte ai cittadini, soprattutto nelle situazioni di maggiore fragilità.

Il target di riferimento

Il principale target di riferimento dei PUA bolognesi è rappresentato dagli anziani non autosufficienti, in particolare quelli non ancora seguiti dai servizi territoriali.
L’obiettivo è intercettare precocemente situazioni di fragilità, promuovere la domiciliarità e sostenere i caregiver attraverso servizi informativi, pacchetti assistenziali e attività di socializzazione.

Tuttavia, il PUA è aperto anche ad altri gruppi di utenza: famiglie con minori, adulti in difficoltà e persone senza dimora, garantendo un approccio realmente universale e inclusivo.

Strumenti e innovazione

Per gestire in modo efficace le richieste e le segnalazioni, i PUA di Bologna si avvalgono di strumenti informativi integrati come Garsia, MyADI, ADT/CCE e Anagrafe Assistiti.
L’utilizzo di schede di accesso e valutazione (es. BRASS), insieme a flowchart dei processi e mappe aggiornate delle risorse territoriali, consente una gestione condivisa e tracciabile dei percorsi di assistenza.

Un tassello chiave del welfare regionale

Il progetto PUA, promosso dalla Regione Emilia-Romagna con le DGR n. 2221/2022 e n. 2161/2023, rappresenta un tassello essenziale nel nuovo modello di welfare di prossimità.
L’obiettivo è garantire universalismo, coesione e protezione sociale, rendendo il sistema dei servizi più accessibile, equo e orientato al benessere della persona.

In questo senso, l’esperienza di Bologna si configura come un laboratorio territoriale di innovazione sociale, in cui sanità e servizi sociali collaborano per costruire comunità più inclusive e solidali.

Agnese Onofri, Volontaria del Servizio Civile Universale